VERBANIA – 22.06.2019 – Una doverosa premessa:
non ci sono denunce, né allarmi, né tantomeno casi di ragazzine adescate. La notizia che negli ultimi giorni è circolata nel Vco sui social network di un possibile maniaco in azione sul Lago Maggiore tra Baveno e Verbania è una bufala o, quantomeno, un’esagerazione cresciuta a suon di condivisioni sino a trasformarsi in un’ingiustificata psicosi.
Difficile individuare il cosiddetto “paziente zero”, cioè la prima persona che ha digitato sullo smartphone. Di sicuro è diventata virale, circolando dapprima su whatsapp, poi trovando ospitalità su Facebook, sulle pagine personali di alcuni utenti del social network e persino sulla pagina del quartiere Verbania Ovest. Su quest’ultima la versione è stata: “Ieri a Baveno e oggi a Suna (mercoledì e giovedì, ndr) un uomo (bianco, capelli e occhi scuri) con una macchina nera ha provato ad adescare due ragazzine che erano sole per la strada. In entrambi i casi è stata sporta denuncia alle forze dell’ordine che stanno cercandolo. Nel frattempo stiamo in guardia. Attendiamo sviluppi”.
Interpellata in via ufficiale, la questura nega che vi sia stata una chiamata d’emergenza e anche che sia stata sporta denuncia. Analoga risposta arriva dai carabinieri. L’unico, debole cenno di riscontro è una segnalazione informale captata dalla stazione di Stresa secondo cui a Baveno una minorenne, sentendosi seguita da un’auto simile a quella descritta nei post, s’è spaventata ed è scappata. Anche in questo caso non c’è agli atti una denuncia, ma lo scrupolo dell’Arma ha portato a effettuare alcuni controlli che sono in corso.
Ecco così svelato il mistero dell’adescatore, un classico caso di chiacchiere scambiate di bocca in bocca ma che, nell’era globale, accelerano e diventano virali. Come nel vecchio gioco del "telefono senza fili" la voce si distorce e s’amplifica al passaggio da un orecchio all’altro, letta e conosciuta però da migliaia di persone. Questo caso è un buon esempio di come i social network, potente strumento, debbano essere utilizzati con accortezza e buonsenso, anche perché si rischiano gravi conseguenze. A leggere i commenti sotto i vari post ci si trova infatti di fronte a isterismi e minacce di azioni punitive che, se mal interpretati, potrebbero cagionare danni a chi, bianco, con capelli e occhi scuri e un’utilitaria scura possa essere additato come il mostro di turno.