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p d giustizia 22

VERBANIA - 02-10-2024 -- Otto mesi e 14.000 euro di multa. È questa la richiesta con cui il pubblico ministero ha chiuso la requisitoria del processo per esercizio abusivo della professione di commercialista a carico di Simona Sassi, che a Verbania è conosciuta per il ruolo di presidente della locale sezione dell’Avis. Con la sua società Duesse consulting, anziché la consulenza aziendale, avrebbe svolto nel 2021 i compiti del commercialista – pur facendo firmare le dichiarazioni a un professionista abilitato di Perugia – nel tenere la contabilità di alcune aziende, in particolare di una gelateria di Verbania. È stata la titolare di quest’ultima, oggi costituita parte civile, a denunciarla dopo aver scoperto che, non solo non era dottore commercialista come lei credeva, ma che nel redigere il bilancio della società aveva omesso di inserire tra le spese i canoni d’affitto, cagionandole un rilevante danno sotto il profilo fiscale, incrementando l’utile e caricandola di tasse.
Oggi il dibattimento ha visto l’imputata, per la prima volta in aula, rilasciare spontanee dichiarazioni con le quali ha spiegato di gestire un Caf (Centro di assistenza fiscale), di avere nella crisi d’impresa il suo core business e di svolgere marginalmente l’elaborazione dati per pochi clienti che conosce persone.
Tra questi c’è anche il titolare di un ristorante per il quale l’accusa ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura per falsa testimonianza. Secondo il pm Chiara Radica sono chiare le prove che Sassi, non iscritta all’Ordine dei commercialisti, svolgesse la professione, schermandola con l’ausilio del commercialista con cui è attivo un network. Un passaggio, questo, sottolineato anche dal legale della parte civile, Alessandro Bartali Ciancaleoni del foro di Perugia, che ha chiesto 50.000 euro di risarcimento per la titolare della gelateria come persona fisica e 330.000 euro per il deprezzamento dell’attività, poi “svenduta” nello stato di necessità per via dei forti debiti erariali. Oltre ad associarsi alla richiesta di trasmettere gli atti per il testimone ritenuto mendace, la parte civile ha chiesto di farlo per tutti quei professionisti -senza citare nomi- che avrebbero concorso nel reato inducendolo.
Il giudice Beatrice Alesci, visti i tempi stretti dell’udienza, ha deciso di rinviare ad altra data per le arringhe della difesa (avvocati Maria Grazia Medali e Bruno Stefanetti) e per la sentenza, che arriverà a gennaio.
L’indagine, condotta dalla Guardia di finanza, s’era chiusa con l’emissione di un decreto penale di condanna al quale l’imputata s’è opposta, scegliendo il rito ordinario.

 


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