VERBANIA - 23-10-2024 -- Pensava che quell’investimento, un buono fruttifero postale da 1.000 euro sottoscritto all’ufficio postale di Premeno nel 2008, gli avrebbe fruttato qualcosa nel lungo tempo e, così, nel 2024 è andato a incassarlo, scoprendo che era prescritto. Non aveva validità ventennale come il risparmiatore, un 72enne di Verbania, riteneva, ma di soli 18 mesi. La riscossione tardiva, secondo Poste italiane, gli ha precluso la possibilità di incassare i mille euro e le cedole relative. Di fronte al diniego, però, il pensionato s’è rivolto a Federconsumatori, tramite la quale ha avviato un procedimento civile davanti al giudice di pace di Verbania che, dandogli ragione, ha stabilito che la responsabilità della prescrizione fosse delle Poste.
È, infatti, del tutto pacifico che operi la prescrizione di legge, ma secondo il magistrato onorario la colpa dell’azienda è di non aver adeguatamente informato il cliente/risparmiatore, al quale in allora non fu consegnato nemmeno il prospetto analitico di quell’investimento.
La vicenda dei buoni fruttiferi e delle prescrizioni è argomento molto dibattuto e oggetto di diverse controversie in tutta Italia. Nel solo Vco, secondo una stima della sezione locale di Federconsumatori, supera il migliaio il numero di clienti che hanno perso il denaro. L’associazione ha ricevuto oltre cento segnalazioni, per importi che variano da 250 euro a 43.000. Quella del pensionato di Verbania è diventata un ricorso che, accolto, rappresenta il primo caso del genere in provincia.
Altri procedimenti sono in corso in diversi tribunali piemontesi. Federconsumatori invita i risparmiatori in possesso di buoni fruttiferi emessi dopo gli anni 2000 a verificarne la data di prescrizione.


