VCO - 12-2024 -- Tra dieci anni nel VCO ci saranno circa 10mila abitanti in meno. Non è un oroscopo di fine anno a prevederlo, ma è l'Istat a rimandare il quadro di una provincia con sempre meno residenti e sempre più anziani.
Una provincia dove i pochi giovani cercano, legittimamente, opportunità altrove e dove anche gli stranieri, rispetto ad altre realtà del Nord Italia, faticano ad arrivare.
Secondo quanto riportato dallo studio "Segnali di Comunità" realizzato da Claudia Ratti e Roberta Giusti elaborando dati dell'Istituto centrale di statistica si parla di una decrescita della popolazione provinciale costante: poco meno di 149.500 abitanti a fine 2033 e poco più di 144.300 a fine 2043, con un calo di circa – 9.400 abitanti rispetto al 2024.
Nel 1991 gli abitanti erano 162.215: la popolazione è scesa sotto la soglia dei 160.000 abitanti a partire dal 2017. Oggi nel VCO ci sono circa 6.200 abitanti in meno rispetto al 2012.
Il 2024 sembra registrare un lieve miglioramento rispetto ai due anni precedenti: si arresta la perdita di persone residenti, soprattutto grazie alla componente straniera, che rimane peraltro contenuta (meno del 7% del totale).
L’indice di natalità infatti diminuisce anno per anno, il tasso di crescita naturale è negativo – con sempre meno nuovi nati la natalità è inferiore alla mortalità – e l’effetto del saldo migratorio totale, ovvero la differenza fra migrazioni in uscita ed in entrata, sia con altre zone italiane che con l’estero non compensa questo calo.
In sintesi: la de-crescita dipenderebbe da due fattori: l’aumento del tasso di mortalità per effetto dell’invecchiamento della popolazione e il ridursi dei saldi migratori (nuovi residenti da altre province/regioni/paesi a compensare trasferimenti di residenti).
In quanto alla natalità, gli ultimi dati disponibili parlano di 566 nati nel 2022, erano stati 859 nel 2020, ma in questo senso vanno considerati i nati in ospedali fuori provincia, un numero sempre significativo.
Tornando al futuro in provincia nel 2043 la popolazione over 65 dovrebbe rappresentare oltre il 37% del totale residenti; l’età media sfiorare i 52 anni e la popolazione “attiva”, fra i 15 e i 64 anni, ridursi a circa il 53% del totale.
Lo studio di Ratti e Giusti è una fonte preziosa di dati dai quali ogni considerazione sulle scelte cruciali che riguardano il territorio, in primo luogo la sanità, andrebbero modulate. Al di là dei campanilismi e degli scontri politici, perchè invertire la rotta è possibile, quantomeno è doveroso crederci.