BIELLA 29-5-2025 In vista della consultazione referendaria dell’8 e 9 giugno, Confartigianato
Imprese Piemonte intende esprimere la propria posizione rispetto ai cinque
quesiti sottoposti al voto. Dopo una riflessione sui contenuti e sulle possibili
ricadute sul mondo dell’artigianato e delle pmi, Confartigianato Piemonte si
dichiara contraria ai primi quattro quesiti referendari, ritenendo che gli stessi
presentino notevoli criticità per il tessuto produttivo che rappresenta.
Per quanto riguarda, invece il quinto quesito, relativo all’acquisizione della
cittadinanza, Confartigianato Imprese Piemonte sottolinea come
l’interrogativo deve essere affrontato da un punto di vista culturale e non
ideologico e pur riconoscendo nella manodopera straniera qualificata
un’opportunità, anche alla luce dell’attuale contesto demografico, ritiene
imprescindibile l’accettazione e il rispetto delle regole e le usanze locali.
Quesito 1 – Abrogazione del Jobs Act (articoli su licenziamenti e tutele
crescenti)
“Le norme introdotte dal Jobs Act, pur non richieste dalle imprese artigiane
per cui licenziare è l’ultimo dei pensieri e che semmai hanno bisogno di
collaboratori in forma continuativa e a tempo indeterminato, hanno generato
comunque una flessibilità che si è assestata nelle opzioni a disposizioni
dell’imprenditore artigiano. La nostra preoccupazione è legata ad un eccesso di
sfiducia che si creerebbe tra chi vuole assumere,
2. Quesito sulle piccole imprese (abrogazione della normativa che tutela le
piccole imprese)
“La previsione di un tetto massimo alle indennità per i licenziamenti illegittimi
nelle imprese sotto i 16 dipendenti è una misura di equilibrio e proporzionalità,
che tiene conto della capacità economica ridotta delle microimprese. Riteniamo
che la sua rimozione produrrebbe effetti distorsivi e disincentivanti per
l’occupazione, accrescendo in modo esponenziale il rischio imprenditoriale
legato all’assunzione. Il timore è che una giurisprudenza imprevedibile o
tendenzialmente punitiva porterebbe, in molti casi, a una contrazione prudenziale
delle assunzioni”.
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3. Quesito sui contratti a termine (abrogazione della normativa sui contratti a
termine).
“Il ripristino dell’obbligo di indicare una causale anche per i contratti a
termine inferiori ai dodici mesi si configura come un ritorno a una disciplina
eccessivamente formalistica, che non tiene conto della fisiologia produttiva
delle imprese artigiane. Queste ultime, operando spesso in contesti di domanda
variabile, necessitano di strumenti contrattuali flessibili, idonei a rispondere in
modo tempestivo e legittimo a picchi stagionali, commesse improvvise o esigenze
di sostituzione. Inoltre, la reintroduzione della causale non solo aumenterebbe il
rischio di contenzioso ma potrebbe avere un effetto deterrente sull’utilizzo
regolare dei contratti, favorendo paradossalmente fenomeni di lavoro irregolare”.
4. Quesito sugli appalti (abrogazione della normativa sugli appalti)
“L’estensione della responsabilità solidale anche al committente, per gli infortuni
e gli illeciti commessi dal datore di lavoro appaltatore, è una misura che, pur
animata da intenti condivisibili, presenta delle criticità per il mondo delle piccole
imprese. L’effetto pratico sarebbe una drastica riduzione delle commesse e un
incremento del contenzioso tra soggetti contraenti, scoraggiando la
collaborazione tra imprese che costituisce, invece, un cardine del modello
artigiano e cooperativo”.
Quesito 5 – Acquisizione della cittadinanza per minori stranieri nati o
cresciuti in Italia (ius culturae)
“Le imprese artigiane continuano a costituire un presidio produttivo, culturale e di
legalità sul territorio, spinte dall’amore per le sue tradizioni e per l’Italia. Al netto
dell’esigenza di alcune aree politiche di garantirsi un elettorato futuro ci si aspetta,
allo stesso modo, che gli immigrati sposino questi valori e li acquisiscano come
capitali senza cercare di imporre i loro. In questo senso è poco rilevante il lasso
di tempo in cui risiedono in Italia quanto la reale volontà di riconoscersi nei
fondamenti culturali e valoriali che ci rendono una Nazione unica al mondo
col territorio più bello che ci sia”.