VERBANIA – 03.05.2019 – Quel che sarà
in futuro Villa Mater, forse un residence forse una palazzina di appartamenti di lusso, è tutto nelle intenzioni di chi lo scorso dicembre l'ha acquistata all'asta, messa in vendita dal curatore fallimentare per una base di 1,9 milioni di euro. Quel che oggi rappresenta la villa di Suna può invece riassumersi come uno degli esempi, troppi, di edifici privati che il tempo e l'abbandono hanno ridotto al degrado più estremo. "Casa di cura Suna Riviera - Villa Mater", è come clinica ostetrica -privata- tra gli anni '50 e '60 che la villa conobbe la sua epoca d'oro, fu nel ventennio successivo che cominciò la fine. Qui operava Ettore Minella, pioniere del parto sotto ipnosi; qui le camere delle partorienti godevano di vista mozzafiato sul golfo Borromeo e un terrazzo panoramico attrezzato con sedie e tavolini, consentiva agli ospiti di godersi lo spettacolo mentre l'ampio parco completava un quadro ameno di luogo destinato ad accogliere nuove vite. Oggi Villa Mater spunta più grigia che bianca, al di sotto della statale 34 tra i rovi di quello che una volta era il giardino, tra intonaci scrostati, infissi a pezzi, parti crollate e decenni di ingiurie compiute dal tempo e dalle intrusioni.
Anche quella compiuta da Marco Patania a fine marzo potrebbe definirsi un'intrusione, se non fosse che il musicista di Legnano è in realtà un esploratore di luoghi abbandonati e un ricercatore, all'occorrenza, di quelle oscure presenze che certi siti dovrebbero bazzicare con un certo diletto. Dovrebbero, appunto. In realtà lo stesso Patania ammette di non essere un cacciatore di fantasmi, e che spesso -forse il più delle volte- le sue strumentazioni non rilevano proprio nulla di anomalo. Pertanto, si può dire che le sue inchieste siano dettate soprattutto dall'attrazione per certi luoghi (ne ha esplorati 150) e dal desiderio di tramandarne la storia terrena: "Che è storia di tutti noi", dice. Così è stato per Villa Mater, dove Marco ha realizzato un corposo documentario pubblicato sul suo canale YouTube passando in rassegna stanza per stanza, corridoio dopo corridoio l'intero stabile: dal seminterrato al terrazzo panoramico. All'interno, tra sporco, calcinacci, scritte oltraggiose sui muri e tracce di passate intrusioni, gli avanzi della clinica che fu. Culle arrugginite e resti di letti, una vecchia incubatrice e documenti a mescolarsi negli uffici d'un tempo e poi le cucine, con la dignità di un'antica stufa a legna a fare mostra di sé accanto ai fornelli scrostati e ai lavabi miracolosamente integri; i bagni e gli studi medici in uno dei quali ancora resta una sedia da ostetricia assieme alle boccette di medicinali sparsi dappertutto. Anche nei seminterrati tracce del passato, il motore funzionale della clinica con tanto di quadro elettrico (i fili di rame sono stati tutti asportati da tempo, ovviamente), la pompa dell'acqua, le grandi lavatrici industriali. Patania ha trovato tutto questo e ancora altro nella sua esplorazione; l'unica cosa che non ha rilevato sono i fantasmi. Del resto lui neanche è un "gosthbuster" ma un musicista di lungo corso che un giorno, grazie alle strumentazioni a sua disposizione ha deciso di prevedervi un uso alternativo. "Qualcosa di strano in questi anni l'ho trovato - ha detto - foto inattese che ho opportunamente passato ad esperti. Presenze? Non saprei, sono i luoghi ad interessarmi". Sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, ha già esplorato i Castelli di Cannero, trascorrendovi una notte intera (e qui forse qualcosa d'inatteso è rimasto impresso nella fotocamera) e la grade dimenticata Villa Poss, a Verbania. Un'altra storia di degrado e bellezza mortificata dal tempo e da interessi contrastanti.
A.D.
(Foto courtesy Marco Patania)