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specchietto auto

TRECATE - 03-06-2019 - Nella giornata di venerdì, i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia  di Novara hanno arrestato un 22enne residente in Sicilia, per aver tentato di mettere in atto la cosiddetta  “truffa dello specchietto”. Il tentativo di truffa è stato sventato grazie all’intuito di un carabiniere in forza ad una Stazione della provincia di Varese il quale, fuori servizio, transitando lungo la SS 11 all’altezza di Trecate, ha notato due
autovetture in sosta e, in particolare, l’atteggiamento sospetto di un giovane che, accovacciato sul retro di uno dei due mezzi, eseguiva strani movimenti con il braccio. Avvicinatosi, il carabiniere ha potuto notare che il sospetto aveva fatto scendere dal mezzo la conducente ed aveva iniziato con lei una discussione. Dopo aver richiesto l’intervento dei colleghi di Novara ed essersi qualificato, il militare ha proceduto ad identificare il giovane che aveva lasciato la propria autovettura parcheggiata  con a bordo la moglie ed i due figli minori nelle vicinanze.  Dalla ricostruzione dei fatti e dagli accertamenti svolti dai militari del Radiomobile è emerso che la vittima, un’anziana religiosa residente in provincia di Novara, mentre percorreva la SP11 alla guida della propria vettura, dopo aver udito uno strano tonfo proveniente dalla carrozzeria, era stata invitata con insistenza a fermarsi dal conducente di una vettura che aveva poco prima affiancato.
Dopo aver parcheggiato, era stata raggiunta dall’uomo che la accusava di avere danneggiato lo specchietto retrovisore del proprio mezzo e le chiedeva del denaro a titolo risarcitorio. L'uomo le aveva mostrato dei segni scuri  presenti sulla fiancata della sua auto, che in realtà erano stati da lui stesso provocati artificiosamente qualche attimo prima.  I Carabinieri hanno arrestato l'uomo, nella cui auto sono anche stati trovati dei sassi,  per il reato di tentata truffa. Nella giornata di sabato ha avuto luogo presso il Tribunale di Novara il processo con rito direttissimo, conclusosi con la condanna a 8 mesi di reclusione e 200 euro di multa, con applicazione della misura cautelare della presentazione alla polizia giudiziaria tre volte alla settimana. I Carabinieri sottolineano che "le modalità sopra descritte individuano uno dei casi di truffa più frequenti, che solitamente vedono come vittime donne o persone anziane. Si invita pertanto a non cedere a richieste di denaro contante da consegnare sul posto, a titolo di
risarcimento, in caso di presunti danni provocati per questioni di circolazione stradale, ma semmai procedere alla compilazione del CID. In presenza di dubbi o atteggiamenti sospetti della controparte, sarà comunque opportuno richiedere l’intervento delle forze dell’ordine".

 

 

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